le mezze verità non sono bugie - l'inizio
- Sandey
- 10 set
- Tempo di lettura: 4 min

Premessa
Questi capitoli non parlano di niente, raccontano solo una storia che scoprirete essere una gran bugia. La mente ci inganna, continuamente. Io non ho bisogno di lei, ho un’amica cara a cui piace abbindolarmi di continuo, ed è questo che vi racconterò in questi brevi e insignificanti capitoli, la storia di un’amica bugiarda; me stessa.
Capitolo 1. Wannabe
“Yo, I’ll tell you what I want, what I really really want, So tell me what you want, what you really really want, I’ll tell you what I want, what I really really want, So tell me what you want, what you really really want, I wanna, I wanna, I wanna, I wanna, I wanna really really really wanna zigazig ha.”
Sveglia ti odio. Ma queste cinque stronze non era scomparse?
È solo lunedì, e io ancora ho lo sbocco per l'Hangover della mia inutile e sprecata domenica piena di noia.
Iniziare la settimana con un senso di nausea non ti fa certo credere che il mondo sia un fantastico luogo in cui vivere, ma poco importa, in questa merda ci sei dentro e ci rimani. Perché non ho ascoltato le Spice Girls? Spegnere la sveglia e dirsi "ancora cinque minuti" proprio il lunedì è un errore che andrebbe evitato, ma che immancabilmente, negli ultimi tempi, mi accompagna ogni giorno della settimana.
Poi finisce che devo lavarmi i denti mentre sono in doccia e che mi spiattello un sacco di schiuma sui capelli perché accendere la piastra vorrebbe dire perdere il bus. Senza parlare di quando ti tocca correre senza far in tempo a scegliere la colonna sonora che ti accompagnerà per il viaggio fino a scuola, è come alzarsi col piede sbagliato, e a me ultimamente succede spesso, soprattutto perché la prima cosa che tiro giù al mattino di questi tempi non sono i piedi, ma qualche Santo.
<<Anche oggi per un pelo eh?>>
<<Lasciamo stare.>>
<<Umore nero?>>
<<Stamattina alla Radio c'erano le Spice Girls.>>
<<Trauma.>>
<<Puoi dirlo forte.>>
<<Ti ricordi alle elementari? Avevi le loro scarpe, luccicavano, erano rosse fuoco e ti facevano dei piedi enormi. Sembravi proprio una gran pagliaccia con quelle scarpe, ma ti piacevano, ne andavi piuttosto fiera.>>
Non era la prima volta che sembrava sfogliare pagine di un libro di cui non ricordavo di far parte, ma è da troppo tempo che non mi pongo domande esistenziali, quindi evito di iniziare a farlo ora.
Ho preso abitudini ben peggiori.
<<E tu come fai a saperlo? Io e te non abbiamo frequentato elementari insieme.>> <<Hai fatto in tempo a far colazione?>>
L'ho conosciuta poco tempo fa e in realtà sembra che faccia parte della mia vita da un’eternità. Non so nulla di lei, ma a volte ho come l'impressione che lei di me sappia tutto. Non risponde alla mia domanda, ma non m’importa perché io faccio lo stesso.
Tra qualche minuto il bus arriverà alla mia fermata, lei non scende mai con me, veramente non so fin dove arriva tutte le mattine, credo di non averle mai chiesto nulla. Non è che non m'importi, è che lei non si racconta mai.
Fuori dal bus la mattina diventa tutto reale, le giornate qui sembrano non cambiare mai. La monotonia mi stende senza nemmeno lasciarmi il tempo di combattere, o almeno quello di difendermi. La nausea non passa questa mattina, così, giusto per darmi qualche pugno in più allo stomaco, mi accendo una sigaretta.
<<Buongiorno ragazzi.>>
<<Buongiorno.>> Che dolce e falso coro. In classe di rado presto attenzione a ciò che viene detto, ogni tanto intervengo, giusto per ricordare che esisto. Sono la presenza più assente che il mondo ha avuto il piacere di conoscere.
La campanella che segna la fine delle lezioni è una sorta di ancora di salvezza per i pensieri, è come se con quel suono ti svegliassi da un incubo, esattamente come quando le Spice Girls ti impongono di iniziare la giornata con una canzone che ha quasi la tua età.
"If you want my future forget my past,
If you wanna get with me better make it fast, Now don't go wasting my precious time, Get your act together we could be just fine."
Tornare a casa mi angoscia sempre un po', mi sembra quasi di tornare indietro, di non crescere mai. Ho come la sensazione di avere il cordone ombelicale ancora attaccato al culo dei miei genitori, eppure il mio spirito ribelle si impegna parecchio a contraddirmi agli occhi della gente. Sarà il fatto che a casa non trovo quasi mai nessuno ad aspettarmi, e a me la solitudine non piace. Ma penso che in ogni caso quando si è soli con se stessi si è soli sì, ma è quel "se stessi" a tenerci compagnia. Che poi una dama di compagnia io l'avrei anche, il problema è che non parla. È un pesciolino rosso, ha tre anni e si chiama Squalo, ironia della sorte. Credo si sia imposto di vivere in eterno, ma questo è un problema suo, bisogna essere davvero masochisti per volerlo davvero.
17:29 sms: "Stasera cosa fai?"
17:29 sms "Esco."
17:30 sms "Con chi?"
17:31 sms "Vai a bertela adesso una tazzina di cazzi tuoi. Deduco che per finire la colazione questa mattina tu non l’abbia fatta.”
È fatta così, e io certo non posso lamentarmi. A volte io so essere peggio di così. Vado a vomitare, indigestione di mondo.
(Canzone citata: Wannabe- Space Girls)
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